Le due unità aventi una lunghezza di 50,20 metri ed una larghezza di 8,20 metri, erano bidirezionali e per agevolare le manovre vi erano due timoni, una a prua ed uno a poppa. Sul ponte principale ad un binario, potevano essere traghettati fino a cinque carri ferroviari. Con dislocamento di 594 tonnellate raggiungeva una velocità di 10,5 nodi grazie ad un motore a vapore accoppiato a due ruote a pale simili a quelle usate nei mari del nord Europa.
Nei suoi primi anni di vita la "Cariddi" prestò servizio insieme alla gemella "Scilla" per il solo trasporto di persone e posta in quanto le invasature nei due porti non erano ancora state ultimate. Si dovette aspettare fino all'1 Novembre 1899 per caricare sulla "Cariddi" il primo carro ferroviario e solamente dal 1 agosto 1901 per l'inaugurazione del servizio viaggiatori tramite carrozze. Da quel momento in poi il trasporto ferroviario nello Stretto ebbe un'impennata e rivoluzionò le abitudini ed il modo di spostarsi della popolazione.
Fra il 1905 ed il 1910 la flotta navale sullo Stretto fu ampliata con unità similari a ruote denominate "Sicilia" e "Calabria" e dalle più grandi "Villa" e "Reggio" con propulsione ad elica.
Il 28 dicembre 1908 Messina e Reggio colpite dal violento terremoto e maremoto, ebbero ingenti danni e migliaia di vittime; le navi traghetto sopravvissero fortunatamente ai marosi e furono requisite per essere destinate come ricovero ed alloggio per i sopravvissuti. Superata la prima fase di emergenza e ripristinati i servizi a terra le navi ripresero nel gennaio 1909 la loro normale rotta collegando le due città dello Stretto, facendo così arrivare viveri ed aiuto provenienti dal continente sulle coste siciliane.
Un altro evento storico caratterizzò la vita delle navi traghetto: il primo conflitto Mondiale le fece entrare tutte, compresa la "Cariddi", a far parte del naviglio ausiliario. Il 28 Agosto 1917 ) lo "Scilla in navigazione vicino Catona saltò in aria - c'è chi dice che tocco una mina e chi afferma che fu silurata- portando negli abissi il suo comandante e parte dei passeggeri.
Questo tragico affondamento ebbe ripercussioni sul trasporto in quanto la capacità di carico dei piccoli traghetti non riusciva a coprire la domanda.
Per rimpiazzare la nave perduta bisognerà aspettare il 1921 quando venne costruita a Castellammare di Stabia la "Scilla II" un'unità migliorata del tipo "Reggio".
La vecchia "Cariddi" ormai vetusta venne disarmata il 06/01/1923 e venduta per la demolizione.
Negli anni a seguire entrarono in servizio il "Messina", ammodernato lo "Scilla II" e rinominato "Aspromonte" e la nuova "Scilla".
Dovremo attendere fino al 29 ottobre 1932 per l'entrata in servizio della nostra attuale "Cariddi"costruita a Trieste presso i Cantieri Navali Riuniti dell'Adriatico. La nave commissionata dalle Ferrovie dello Stato diventò fiore all'occhiello dell'industria italiana per via della particolare quanto complessa motorizzazione diesel-elettrica. La parte meccanica degli apparati venne affidata allo Stabilimento Grandi Motori della Società Fiat su licenza Burmeister & Wain mentre la parte elettrica riguardante la propulsione ed i servizi alla Ditta C.G.E. Realizzata secondo le norme del Registro Navale Italiano ed Aeronautico per il Certificato di Prima Classe marca Stella aveva una lunghezza di 109,10 metri ed una larghezza di 17,20 metri, un dislocamento di 4.020 tonn., 3 binari per una lunghezza di 247 metri ed una velocità massima di 14 nodi. Nel ponte passeggiata vi erano quattro ristoranti che servivano le varie classi, la 1a e la 2a erano comunicanti mentre la 3a era severamente separata dalle altre due - basta pensare alle porte di imbarco passeggeri separate -. Ogni nave costò lire 20.325.000.